Il tempo non guarisce tutte le ferite

Immaginiamo una bambina di tre anni.

Questa bambina non va all’asilo perché la mamma non lavora e può quindi prendersi cura di lei.

Lei è una bambina sensibile e dolce e la sua mamma sta affrontando un periodo difficile. Sembra che soffra di una depressione, non diagnosticata e non curata. Infatti, mangia e dorme poco, è molto stanca e spesso è triste e pensierosa; tutto questo la porta inesorabilmente ad essere assente da un punto di vista emotivo nei confronti della figlia.

Il padre della bambina invece lavora tutto il giorno e quando rientra a casa, deve occuparsi delle varie faccende, ed è sempre molto stanco, e anche lui non ha abbastanza energie per fornire le dovute attenzioni emotive alla figlia.

 

In questo scenario, secondo voi, come potrebbe sentirsi la bambina? Di che cosa avrebbe bisogno?

Proviamo ad immaginare di poter chiedere a quella bambina come sta e cosa sta sentendo.

Con molta probabilità, la bambina ci dirà di sentirsi triste e sola e che tutto ciò che vuole è poter giocare con i suoi genitori, avere le loro attenzioni e le loro coccole.

Nella realtà però trova una mamma assente, assorta nei suoi pensieri e un padre poco presente che quindi disattendono i suoi bisogni di bambina.

 

 

Ora immaginiamo che questa bambina sia diventata una donna di 23 anni, che chiameremo Lucia.

Lucia viene in seduta per un problema di ansia e depressione ma nonostante questa sintomatologia che lei reputa ingestibile, riesce sia a studiare che a lavorare. Lucia vive con sua madre, anche lei depressa e che passa la maggior parte del tempo davanti al pc a guardare video.

Lucia ha anche un compagno, che però ha problemi col gioco d’ azzardo.

Lucia vive una forte instabilità col suo compagno, passa da momenti in cui lo trova protettivo ed empatico ad altri in cui lo trova assente e rabbioso, anche lui sembra accusare sintomi simili depressivi come il passare molte ore a letto, mangiare poco e avere scarso desiderio sessuale.

 

Ora vi chiederete come mai Lucia continua a rimanere con un compagno così? Sarà forse questa relazione a causare in Lucia stati di ansia e tristezza?

Ciò che sta succedendo è che Lucia sta rivivendo il suo trauma infantile.

Le assenze emotive di suo padre e sua madre di quando era bambina stanno calando come ombre nel suo presente.

Lucia non a caso sente attrazione verso chi è emotivamente instabile o assente.

La sua passata esperienza relazionale con i genitori la fa cadere in una trappola.

 

Sappiamo ormai che i genitori sono figure decisive, che segnano la strada sul come amare, ma avendo Lucia avuto due genitori assenti e trascuranti non sa immaginarsi relazioni diverse e viene automaticamente attratta da chi le ricorda i suoi genitori.

Se sentiamo Lucia, lei dice di non sentirsi bene con il suo ragazzo e che a volte vorrebbe lasciarlo, ma al solo pensiero emergono stati di forte ansia, angoscia e dubbio atroce, dove uno dei pensieri dominanti è: “starò facendo la cosa giusta?”

 

Adesso ritorniamo a Lucia bambina.

La piccola, come tutti bambini, nascono con dei bisogni sia fisici che emotivi e la soddisfazione adeguata di questi bisogni andrà a costruire le basi della personalità, quindi il punto di vista che il bambino avrà di se stesso, degli altri e del futuro.

In questa ottica, la piccola Lucia non ha avuto affetto, vicinanza, empatia in maniera stabile e questo ha determinato in lei uno stato di profonda solitudine, accompagnato dal non sentirsi amata.

La piccola Lucia non è stata in grado di razionalizzare la situazione di malessere e non poteva capire con lucidità che se la mamma non giocava con lei non era perché non la amava, ma perché soffriva di depressione.

La piccola Lucia non si sente amata, è arrabbiata, triste e angosciata.

Soffre di incubi notturni e il suo legame con la mamma diventa sempre più malato. Ha il timore di separarsi da lei e vede nella stanchezza della madre il rischio che possa ammalarsi o addirittura morire.

Da questa convinzione Lucia si attacca alla madre in maniera morbosa, istintivamente è lei ad accudire la mamma, ribaltando i ruoli canonici.

Così la piccola Lucia sente un grosso carico di responsabilità e vuole prendersi cura della sua mamma sempre così debole.

Deve salvaguardare quella figura così decisiva per lei e sente di non poter sopravvivere senza di essa.

 

 

 

Oggi Lucia a 23 anni non riesce a chiudere con il suo compagno, proprio perché il ragazzo ha delle caratteristiche che richiamano sua madre.

La nostra mente infatti utilizza un meccanismo chiamato coerenza cognitiva, che permette di mantenere una linea di coerenza rispetto alle nostre idee.

Quindi se nella mente di Lucia c’è l’idea che le dice: “vorrei essere amata ma se ci penso intensamente nessuno potrà esserci per me, e non mi posso fidare dell’altro perché non sarà né affidabile e né stabile”, lei non cercherà disconferme ma conferme, quindi sarà tendenzialmente attratta da figure di questo tipo, perché confermeranno l’idea iniziale, e il gioco è fatto.”

 

Quindi è vero che il tempo guarisce tutte le ferite?

La risposta è no!

Non sempre il tempo guarisce tutte le ferite, magari alcune si, ma queste ferite legate alla relazione di attaccamento, sono ferite profonde, che strutturano l'intera personalità e quindi tutto il sistema di scopi di vita e scelte derivate.

Si guarisce?

Si, si può guarire e questa è la buona notizia.

 

Come si può guarire da ferite passate?

  1. Vedendo e ripercorrendo la propria storia di vita;
  2. Osservando se nella relazione attuale con il proprio partner certe emozioni e sensazioni di disagio che si prova assomigliano a qualcosa che è già stato sperimentato nel passato;
  3. Notando se il proprio partner ha delle caratteristiche che richiamano aspetti di uno o entrambi dei propri genitori con i quali si ha avuto delle relazioni difficili.

Questo lo puoi fare in autonomia per guarire da ferite del passato.

Ma questo potrebbe non bastare e allora la psicoterapia può essere una seconda possibilità, in grado di aiutare a individuare e poi guarire le proprie ferite.

 

Perché affidarsi ad un terapeuta per guarire le ferite del passato?

Affidarsi ad un terapeuta che sentiamo giusto per noi non è un’impresa facile, ma darsi la possibilità è importante per poter vivere finalmente una vita degna e di lasciare alle spalle il passato.

Il metodo terapeutico più giusto, dipende dalla persona e dallo stato emotivo in cui si trova.

 

Ad oggi i migliori risultati, per questo tipo di problemi, sono stati raggiunti dalla Schema Therapy e dall’ EMDR.

 

*Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

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