La sindrome dell’abuso narcisistico

La sindrome dell’abuso narcisistico si prefigura come un trauma relazionale; è infatti nel contesto relazionale che accade l’abuso.

Narcisismo è stata una parola, negli ultimi periodi, molto usata, quasi abusata e spesso usata a sproposito.

 

Per poter parlare di narcisismo patologico è innanzitutto necessario comprendere la patologia, la dinamica dell’abuso narcisistico e la conseguente sindrome successiva all’abuso nelle persone che lo subiscono.

 

Indicativamente quali sono gli aspetti di base della struttura narcisista?

Nel narcisista si riscontrano grandiosità, scarsa tolleranza alle critiche, pretese, mancanza di empatia, elevata vulnerabilità, vittimizzazione, lamentele.

 

Quali sono i pattern della struttura narcisistica che si esprimono nella relazione con l’altro?

Si ritrovano i seguenti modelli di comportamento:

  • dominazione e controllo;
  • svalutazione;
  • gasligthing;
  • deprivazione emotiva;
  • tradimento;

Nelle forme meno gravi troviamo assenza di impegno nella relazione, tendenza a liquidare l’altro, sgradevolezza.

 

Come si finisce in questa modalità altamente disfunzionale di relazione? 

In sintesi, il narcisista seduce: a volte c’è love-bombing ma l’aspetto importante che genera il matching (corrispondenza) è che l’altro si sente “finalmente” visto, degno di attenzioni che le sono mancate. Il narcisista va così a soddisfare un bisogno che è rimasto sempre attivo ma non per forza c’è bisogno di gesti plateali: basta che il narcisista riesca a soddisfare una parte di quel bisogno attivo di chi ne cade vittima.

 

Una volta che la vittima è caduta nella rete, il narcisista passerà lentamente:

  • alla svalutazione, anche sotto forma di scherzo, facendo così sentire l’altro in fallo (“non hai compreso…hai esagerato”)
  • alla tendenza a sminuire, fino alla denigrazione.

A questo punto la relazione diventerà amara e la vittima:

  • vorrà ritornare alla “luna di miele”, a quel momento in cui si è sentita “vista” ma questo non può avvenire in una relazione di questo tipo.
  • tenterà di fare un passo indietro ma il narcisista proverà a riprendersela.

I nostri pazienti amano il narcisista che sia il coniuge, il figlio, la madre, il migliore amico, il capo per cui hanno lavorato per 25 anni.

C’è un attaccamento, e “non ci allontaniamo dalle persone con cui abbiamo un attaccamento." Questo è uno dei punti cruciali che rende difficile troncare queste relazioni o prenderne, quando non è possibile, adeguate distanze.

 

La persona s’ incolpa nell’abuso narcisistico e si trova spesso in uno stato confusionale: “ero pronta ad andarmene e poi abbiamo passato una settimana fantastica quindi che faccio?” “Se manifesto i miei bisogni l’altro si distanzia o critica”

Questa continua altalena, di un giorno alle stelle e tanti alle stalle, adottata anche inconsapevolmente dall’altro mantiene attivo l’attaccamento in modo malato (o anomalo).

Il narcisista fa credere al partner che è fortunato ad avere una relazione con lui e che chiunque altro sarebbe peggio.

Nella relazione narcisistica la persona viene pian piano convinta che è il meglio che possa avere, soggiogata, sottomessa e allontanata da reti amicali e anche familiari e se prova a separarsi gliela fa pagare, facendo pervenire il messaggio subdolo “non sono io che ho bisogno di te”… “a trovarti peggio sarai tu”.

 

Le ricadute sul paziente dell’abuso narcisistico sono prevedibili.

Non c’è nulla di sbagliato in chi subisce l’abuso.

A volte possono essere stati cresciuti da genitori a loro volta narcisistici che hanno lasciato dei vuoti da riempire, altre attraversano periodi di fragilità per vari motivi, anche di perdite e lutti in senso lato.

 

Quali sono gli effetti psico-fisici sulla persona che subisce abuso narcisistico?

Troviamo:

  • confusione,
  • disistima, che si esprime quasi sempre con questo pensiero ossessivo “cosa c’è che non va in me”;
  • colpa e vergogna;
  • mancanza di speranza;
  • ideazione suicidaria;
  • ansia: arousal di ipervigilanza;
  • tendenza a ri-esperire;
  • sintomi cognitivi come la ruminazione o rimuginio;
  • rimpianto per ciò che è perso;
  • tristezza e disperazione.

A livello comportamentale ritroviamo:

  • sottomissione,
  • tendenza a compiacere. Sono persone che utilizzano di frequente “mi spiace” quasi come un tic linguistico.

Infine non mancano una serie conseguenze sulla salute fisica come:

  • insonnia
  • tensione
  • stanchezza perché sono pazienti fisicamente esausti per evitare di ingaggiare giornalmente una battaglia;
  • somatizzazioni varie tra cui l’emicrania.

 

Cosa si può fare in Psicoterapia?

 

Si cerca di:

  • rafforzare l’individualità del paziente, per dare comprensione alla perdita della propria soggettività che si verifica giorno dopo giorno nell’abuso narcisistico e diminuire il coinvolgimento nella relazione;
  • aprire gli occhi al tradimento quando questo è presente;
  • sentire empowerment, cioè potere. Molti sentono di non avere più alcun potere;
  • rafforzare la capacità di scelta, che non significa abbandonare subito la relazione;
  • rafforzare i confini personali interni;
  • riconoscere il Gasligthing quando è presente;
  • accettazione radicale-riconoscimento che conduca a coltivare aspettative realistiche sull’ altro: come ad esempio: “non avrò mai il matrimonio che vorrei”;
  • lavoro sul dolore e sulle perdite “ciò che è perso è perso ma occorre guardare avanti”.

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