La trappola degli standard elevati

Le persone con questo schema si sentono perennemente sotto pressione per raggiungere risultati e mete ambiziose.

Spesso si opprimono e si affannano nel dover raggiungere a tutti i costi qualcosa, quel qualcosa che possa finalmente portare alla mitizzata felicità.

 

Ciò perché si ritiene, a torto, che la felicità debba includere necessariamente tutta una serie di step da superare e mantenere, come acquistare una casa, convivere, sposarsi, fare figli e via dicendo altrimenti si rischia di essere etichettati dagli altri, ma forse ancor più da se stessi, come falliti, diversi, sbagliati, in quanto si è stati cresciuti con l'idea che quella è la normalità e tutto ciò che si discosta da essa è anomalo.

 

Si finisce così con il pensare che un’esistenza per essere considerata degna e di valore debba necessariamente includere, a prescindere da ciò che veramente sono i propri bisogni/desideri, tutti questi passaggi in un ordine prestabilito, a volte rigido e ossessivo.

Il lavoro perfetto a tutti costi.

La promozione a tutti i costi.

Il successo a tutti i costi.

La casa bella a tutti i costi.

Avere un figlio a tutti i costi.

Sposarsi a tutti costi.

La ricerca dell’amore a tutti i costi, quando il più delle volte è tutto tranne che amore.

 

Nell’era del perfezionismo e del "tutto e subito" si fa quindi fatica ad accettare di avere un limite, visto come qualcosa da superare sempre a tutti i costi. Tutto ciò spesso a spese della salute fisica e psicologica e anche di quella relazionale ed economica.

 

In tutto questo rumore e affanno ci si dimentica che è proprio nella relazione positiva con se stessi che risiede la chiave per divenire appagati e sereni, imparando a diventare sempre più amorevoli e anche ammirevoli verso se stessi nel pieno rispetto dei propri pregi, virtù e anche dei propri limiti e paure.

 

Il dato di fatto è che le persone soffrono perché non si accettano.

Non accettano un rifiuto o una mancata promozione nel lavoro, in pratica non accettano i “NO“ della vita.

 

In questi casi, cioè laddove il risultato immaginato non venga raggiunto si possono innescare nella mente delle persone due trappole mentali.

La prima è quella della punizione, che punisce appunto il fallimento innescando a catena uno stato emotivo di scoraggiamento, fino a generare un vero stato di depressione, dove il pensiero è fisso e traducibile in “sono fallito/a, per me non c’è più chance”.

La seconda trappola è quella delle pretese dove tutto è dovuto, attivando rabbia e disprezzo verso chi o cosa ha impedito di raggiungere i rigidi obiettivi prefissati.

 

A tal proposito possiamo comprendere perché si fa fatica quindi ad accettare quella parte a volte timorosa di esprimere la propria opinione in una discussione o la parte spaventata che si allarma quando il proprio compagno/a non risponde alle proprie esigenze, o ancora la parte che desidera sempre essere accettata/o altrimenti percepita come inadeguata e fallita.

 

Tutto ciò in quanto le diverse parti del sé percepite come difettose e ingombranti verso il mitico traguardo debbano cessare immediatamente di esistere.

 

Invitiamo invece sempre ai nostri pazienti e noi sottoscritte a scoprirci ogni giorno attraverso il più potente meccanismo mentale che abbiamo nel nostro cervello che è l’auto riflessione e che ci differenzia in termini evolutivi dagli animali, ossia capire come siamo fatti e imparare ad accettarci.

Capire, quindi, il nostro funzionamento mentale per finalmente comprendere chi siamo e cosa vogliamo realmente.

 

Non posso pensare di voler diventare il miglior attore di Hollywood se non ho mai recitato e se non l'ho fatto un motivo c’è.

 

Le persone vivono in conflitto e si frustrano perché realmente non si conoscono o non si accettano.

 

Accettarsi, fare finalmente pace con se stessi e cambiare solamente quello che si può cambiare nei tempi e nella misura giusta, allontanando giudizi e critiche esterne ed interne rigide e inopportune.

 

La taglia S non va bene a tutti, come la M e la L non sta bene a tutti.

Ognuno ha la sua bellezza e la sua particolarità. 

 

Dandoci obiettivi troppo ambiziosi, irraggiungibili oppure non adatti a noi, si finisce per dimenticare che in tutto questo affanno del raggiungere...la vita scorre e sfugge.

 

 

 

 

di Katia e Sara Santarelli

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