Relazioni complicate: come vanno a finire?

“Tu e io volevamo tutto questo. Lo volevamo

La passione senza il dolore

Lo splendore del sole senza i giorni piovosi

Lo volevamo sempre

Tu e io, miravamo al cielo. Mai arrendersi

Potevamo sicuramente essere premiati

Avrei dovuto vederlo nei tuoi occhi”

P. Allen  You and me

Lui non chiede, lei nemmeno, lui non scrive, lei a tratti, lui risponde e lei si avvicina ma non abbastanza… entrambi sono fermi nel solito punto.
Non si muovono, immobilizzati dalla paura: paura di soffrire, paura del rifiuto, paura di sentire nuovamente frantumate le proprie illusioni, paura di prendersi le proprie responsabilità.

Tutto continua a scorrere, i giorni, i mesi e per alcune relazioni anche gli anni, intorno a loro che rimangono immutabili e bloccati in una dimensione che non lascia né avvicinare né separare. Nessuno dei due è disposto a fare una scelta, a prendersi la responsabilità di un’azione così tanto coraggiosa e rischiosa ai loro cuori.

 

Lei si aspetta messaggi, chiamate, attenzioni, azioni nella direzione di un “io ti salverò” da colui che normalmente utilizza come strategia prevalente l’evitamento. E chi fugge non certo può salvare chi si sente in pericolo! E questo la dice lunga sul destino della relazione e sulle ferite dei due partner in questione che molto probabilmente sentono nella scelta, nell’impegno la sensazione di essere in pericolo!

 

Vediamo da vicino i partner in questione.

Uno dei due può essere una persona che è presente ma fino ad un certo punto, coinvolto emotivamente quando è sul campo, disponibile ad avvicinarsi ma solo se è lui a dettare le condizioni di una prossimità non troppo seria, e che tende a ritirarsi, alle volte spegnendosi, distaccandosi, facendo passi indietro o contro-attaccando con ostilità e disappunto di fronte alle richieste di una partner che sollecita una maggior vicinanza e un maggior impegno.

 

Se osserviamo dall’esterno, da spettatori neutrali probabilmente riusciremo a cogliere bene l’ambivalenza e l’ambiguità che regna in questo tipo di persona, ma è sottilmente percepita da chi è dentro alla scena, come la partner in questione, vedendosi e sentendosi colpevolizzata di richieste o pressioni fuori luogo e di azioni mai nella direzione di “godiamoci il momento”.

Ma come direbbero i sostenitori della Terapia Focalizzata sulle Emozioni (EFT), per godermi il momento di connessione con il mio partner è necessario una certa quota di sicurezza e fiducia e difficilmente posso sentirla se alla domanda implicita ci sarai per me la risposta altrettanto implicita è forse, vediamo…

 

Ma vediamo l’altra persona in questione che proprio alla luce di questa sensazione di non poter fare affidamento continuerà a mettere sotto test e prova l’amato partner che, come detto prima, sollecitato alzerà con più forza le sue strategie difensive. Quale stato mentale potrebbe far da padrone? Anche nel suo caso la paura potrebbe far da regina, una paura senza sbocco, perché la persona da cui vuole essere salvata è la stessa che genera sofferenza e che spaventa “sono spaventata, questa situazione mi fa male, vorrei scappare ma non posso, non riesco”.

 

In entrambi i casi si potrebbe parlare di persone che hanno avuto alle spalle una storia di attaccamento “traumatizzata”, dove la persona che dovrebbero amare e che garantisce la sopravvivenza spaventa e terrorizza. Ed ecco che il partner diventa a tratti il salvatore, a tratti il persecutore e a tratti la vittima, ti amo, di distruggo…povero ha bisogno di me”.

 

Quindi quale esito per questo tipo di relazione?

Per la maggior parte dei casi è certamente infausto, il deserto emotivo potrebbe prendere il sopravvento spingendo uno dei due partner ad allontanarsi definitivamente esasperato dall’instabilità della relazione.

 

È possibile un esito positivo?

Si se i due partner sono consapevoli delle loro ferite con il desiderio di cambiare le loro modalità relazionali malsane attraverso un percorso psicoterapeutico finalizzato ad individuare gli schemi sottesi alle modalità maladattive.

 

Katia e Sara Santerelli

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