Come rispondere allo stress: quali sono i meccanismi che lo regolano?

C’è una voce che non fa uso di parole. Ascolta.

Rumi

 

Ogni bambino nel corso del proprio sviluppo impara a gestire ed organizzare le proprie esperienze.

Ma perché questo avvenga è necessario che ci sia una certa stabilità e prevedibilità nell’ambiente di vita e negli affetti con le principali figure di riferimento.

 

Se questo non avviene ( ambienti violenti, abusanti e o gravemente trascuranti ) può accadere che il bambino sperimenti sensazioni di angoscia soverchiante e ingestibile.

 

Le sue figure di riferimento che dovrebbero quindi rappresentare una fonte di conforto, cura, stabilità e sicurezza diverranno contemporaneamente fonte di pericolo da cui sarà impossibile difendersi ( scappare o lottare ).

 

Per aiutare un bambino a passare da una condizione di spavento-angoscia a una condizione di sicurezza, è necessario fornirgli non solo affetto e cura ( prendere in braccio e consolare ) ma anche avere compreso quali siano state le esperienze traumatiche che ha sperimentato e che sta ancora vivendo.

 

Dunque, per comprendere meglio cosa accade o è accaduto nel cervello dei bambini traumatizzati o di come alcune esperienze precoci avverse possano aver ostacolato lo sviluppo sano e la capacità di auto-regolarsi e co-regolarsi, è utile conoscere quali sono i meccanismi biologici e fisiologici che regolano la risposta allo stress.

 

L’ essere umano possiede un sistema nervoso autonomo (SNA), che può essere definito come un  sistema di sorveglianza personale.

 

Il suo obiettivo è proteggerci, valuta sicurezza e pericolo e ascolta momento per momento ciò che sta avvenendo dentro e fuori dai nostri corpi e nelle relazioni che abbiamo con gli altri.

 

Il sistema nervoso autonomo risponde ai segnali e alle sensazioni che provengono dall’interno del nostro corpo e all’esterno del nostro corpo attraverso tre vie.

Per meglio comprenderlo possiamo pensarlo come a una scala gerarchica.

  • All'apice della scala, c'è il tratto ventro-vagale: quando questo sistema è attivo noi ci sentiamo sicuri e possiamo socializzare, ci sentiamo liberi di condividere, di restare o di andar via.
  • Al gradino più in basso c'è il sistema simpatico: quando questo è attivo noi ci mobilitiamo per l'attacco o la fuga. Qui è attiva la paura che sussurra qualcosa, si percepisce il potere del suo messaggio: “muoviti fa qualcosa, scappa non ti fidare di nessuno, nessun luogo è sicuro!!!”
  • Al gradino ancora più in basso c'è il tratto dorso-vagale: quando è attivo, noi ci sentiamo immobilizzati perché non possiamo né scappare né attaccare. Questo percorso è un pò l'ultima spiaggia quando tutto il resto ha fallito, quando siamo intrappolati e agire non ha prodotto alcun risultato, il nostro organismo si disattiva portandoci ad estraniarci, a dissociarci e in ultimo a collassare.

Questi tre sistemi si sono evoluti nella specie umana e sono gerarchicamente ordinati secondo questo ordine:

  • il più evoluto è il sistema vagale ventrale;
  • il meno evoluto il sistema simpatico;
  • il più arcaico è il sistema vagale dorsale.

 

Il funzionamento di questi tre sistemi rispetta la loro natura gerarchica, quindi se sono attivi i livelli superiori, quelli inferiori sono disattivati.

 

Tutti noi ci spostiamo regolarmente verso l’alto e verso il basso nella scala gerarchica autonomica.

 

Ad esempio: immaginiamo Lucia che sta tranquillamente camminando nelle vie della sua città, è una bella giornata e lei si sente tranquilla e al sicuro ( apice della scala- tratto ventro-vagale ), ad un tratto Lucia passa davanti a un cancello di una casa e improvvisamente un cane inizia ad abbaiare. Il suo cuore improvvisamente inizierà a battere più forte ( gradino inferiore della scala -attivazione del sistema simpatico ) aumenterà il passo e dopo essersi allontanata, gradualmente il suo cuore inizierà a tornare a una velocità normale ( gradino superiore della scala ). Lucia torna a casa è tranquilla e ha dimenticato l’ accaduto del cane.

 

Per molte persone questi cambiamenti di stato come passare da uno stato di tranquillità a uno stato di pericolo e a uno stato di impotenza e distacco sono minimi, a volte anche impercettibili, in quanto il nostro sistema autonomo tende ad autoregolarsi.

Per alcune persone risulta difficile regolarsi e rientrare in uno stato di tranquillità da uno stato di ansia, panico e impotenza.

Come precedentemente detto, alcune esperienze precoci avverse alterano lo sviluppo del cervello e la capacità di autoregolarsi e co-regolarsi.

 

Cosa succede?

 

Il sistema vagale ventrale alla nascita non è completamente maturo, perciò i maltrattamenti e gli stati di deprivazione precoce ( fisica-emotiva ) interferiscono con la sua corretta maturazione.

Il bambino può calmarsi e sentirsi al sicuro e protetto solo grazie all’adulto che si prenderà cura di lui.

 

Quindi se la madre è calma e il suo sistema vagale ventrale è attivo, la sua frequenza respiratoria e cardiaca è rallentata e il suo volto ha una mimica rilassante, regola e rilassa il suo bambino.

 

Se invece la mamma non è calma, ha uno stato di ansia e preoccupazione costante che non riesce a gestire quindi il suo sistema simpatico è attivo, la frequenza respiratoria e cardiaca aumenta, il bambino non può sentire lo stato di calma, di sicurezza e quindi non può rasserenarsi.

 

Aumenta così anche nel bambino lo stato di eccitazione dovuta a uno stato di paura che andrà a rinforzare lo stato di eccitazione della madre. Ci si dis-regola a vicenda e a vicenda ci si regola in un circuito che può essere vizioso o virtuoso.

 

Pertanto, un ambiente di vita sano ed equilibrato rappresenta nei primi anni di vita una risorsa di grande aiuto per lo sviluppo sano del bambino e quindi dell’adulto che diverrà. Ora possiamo comprendere meglio il perché alcune persone riescono ad autoregolarsi e co-regolarsi rispetto ad altre che invece fanno fatica.

 

Cosa succede quando le persone si attivano frequentemente nello stato simpatico (attacco e fuga) e con grande difficoltà ed energia fanno fatica a rientrare a uno stato ventro- vagale di sicurezza?

 

Nel tempo potrebbero insorgere una serie di sintomi quali:

  • ansia;
  • attacchi di panico;
  • rabbia;
  • incapacità di concentrarsi a portare a termine un obiettivo;
  • stress nell'ambito delle relazioni;
  • aumento della pressione sanguigna;
  • colesterolo elevato;
  • problemi di sonno;
  • aumenti di peso;
  • disturbi della memoria;
  • mal di testa;
  • tensione cronica al collo e alle spalle e schiena ;
  • problemi allo stomaco.

 

Cosa succede invece se si rimane bloccati sul gradino più in basso della scala, quindi nel tratto dorso-vagale?

Nel lungo periodo potrebbero manifestarsi i seguenti sintomi:

  • depressione;
  • dissociazione;
  • fatica cronica;
  • fibromialgia;
  • problemi di stomaco;
  • pressione sanguigna bassa;
  • diabete tipo 2;
  • aumento di peso.

Tutto ciò non deve però farci perdere la speranza.

Attraverso la Teoria Polivagale di Porges è possibile riprogrammare le risposte autonomiche verso la sicurezza e la connessione.

 

Per prima cosa se noi apparteniamo a quel tipo di persone che fanno fatica a ritornare a uno stato di tranquillità dovremmo capire in che stato ci troviamo. Bisogna perciò prestare attenzione alla gerarchia, interrogando il nostro sistema autonomo.

 

La domanda potrebbe essere: dove mi trovo ora, quale sistema è attivo?

Leggendo le seguenti frasi potrai rispondere a questa domanda.

 

Se il tuo sistema ventro-vagale è attivo: ti senti tranquillo/a, pensi alle persone che sono importanti per te, ti senti connesso con il mondo, riesci a goderti i tuoi hobby come ad esempio, leggere un libro, ascoltare la musica, portare fuori il cane…

Se il tuo sistema simpatico è attivo: ti senti agitato, ansioso o arrabbiato, vuoi fare delle scelte, ti senti all’interno di un conflitto…

Se il tuo sistema dorso vagale è attivo: ti senti senza speranza, intrappolato, estraniato, annebbiato.

 

Vediamo come la regolazione autonomica è un ingrediente necessario per il benessere psicofisico.

Se non c’è regolazione il risultato è un disagio continuo che altera anche la capacità di entrare in relazioni nutrienti.

 

Quello che puoi fare sarà:

  1. imparare a osservare il tuo sistema nervoso autonomo: quindi dove ti trovi ora. Questo ti permetterà di avere più consapevolezza del tuo corpo e della tua mente.
  2. perché è stato attivato.

 

Attraverso un lavoro terapeutico specifico inoltre, verrai aiutato e guidato, attraverso una serie di tecniche e strategie, verso uno stato ventro-vagale, ossia il luogo dove si è al sicuro e connessi con il mondo.

 

di Katia e Sara Santarelli

 

 

Bibliografia

Attaccamento traumatico: il ritorno alla sicurezza di Anna Rita Verardo.

La Teoria Polivagale nella Terapia di Deb Dana.

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